Paesaggistico-Ambientale

Il piano strategico commissariale intende indagare, con riferimento ad un ampio quadro territoriale (area vasta), le possibili criticità/potenzialità correlate agli interventi di valorizzazione infrastrutturale della direttrice Salaria.

Nella sua natura "strategica", lo strumento è appunto specificatamente orientato a facilitare la genesi di una condivisa, tra i diversi livelli della governance e gli stake holders, prospettiva socio-economica, e dunque ambientale-paesistica, per il futuro dei territori interessati dagli interventi.

Gli obiettivi specifici del piano strategico sono definiti come segue:

  • Costruire una visione d’insieme delle istanze paesaggistiche-ambientali, infrastrutturali ed economico-sociali in cui iscrivere gli interventi di infrastrutturazione;
  • Esplicitare il carattere implicito di unitarietà lungo l’itinerario;
  • Inserire gli obiettivi di “miglioramento trasportistico a livello locale” e “recupero e valorizzazione delle sedi dismesse” in un quadro paesistico complessivo coerente.

La valutazione di un intervento infrastrutturale sulla direttrice Salaria può avvantaggiarsi, dal punto di vista paesaggistico, del concetto di “distretto paesistico” definito come «intorno territoriale complementare ad una struttura antropica di valore culturale, nel caso in ispecie la direttrice Salaria, caratterizzato da caratteri ‘non congiunturali’, adatto a individuare Comunità e Territori che condividono problemi e potenzialità», utile ad assicurare la coerenza delle ipotesi di trasformazione, alle più diverse scale, con le tradizioni e i valori originari del territorio. (Valorani, 2016).

Di volta in volta lo sguardo multidisciplinare, mette in evidenza diversi sistemi (elementi che sono in relazione reciproca), e conseguentemente determina diversi intorni territoriali significativi caratterizzati da specifiche configurazioni ed estensioni. Il limite del distretto paesistico viene dunque determinato dalla combinazione tra questi diversi intorni.

Tra le numerose linee di finanziamento finalizzate a dare un impulso per la ripartenza delle aree interne del centro Italia, il Governo, attraverso l’intervento Commissariale, ha inteso assegnare un ruolo cardine a un Piano unitario e complessivo di adeguamento dell’intero itinerario della via Salaria tra Roma e Ascoli Piceno. Il Commissario, nell'ambito del suo mandato, ha stabilito di articolare la propria azione organizzandola su due livelli: a) una dimensione strategica orientata a facilitare la genesi di una condivisa prospettiva socio-economica tra le diverse anime della governance e degli stake holders suggerendo un'evoluzione del "dialogo" tra strada e territorio finalizzato alla messa in valore delle sue valenze ambientali-paesistiche e storico-culturali; b) una dimensione operativa, organizzata e accelerata, per ordinare gli interventi in un’azione coordinata sull’estesa complessiva dell’infrastruttura, con la definizione di 54 interventi con un investimento di circa 1,5 miliardi di Euro.

Al fine di individuare delle linee di riferimento è stato sviluppato uno studio multidisciplinare di caratterizzazione e proposta, articolato con approfondimenti in ambito trasportistico-funzionale, paesistico-ambientale e di sostenibilità socio-economica, incentrato sugli aspetti di fruizione diretta dell’infrastruttura e, allo stesso tempo, esteso all'ambito della sua area d'influenza allargata. Compito dello studio è fornire dei contributi specialistici alla formulazione del piano strategico allo scopo di consentire una valutazione degli effetti complessivi indotti dalla realizzazione degli interventi.

Metodo dello studio e campo di indagine

Lo studio multidisciplinare propedeutico muove dalla definizione di paesaggio della Convenzione Europea per il Paesaggio (CEP) e assume, anche in relazione alla dimensione dell'oggetto di studio e ai vincoli di durata della ricerca, un metodo di lavoro iterativo, multiscalare e transdisciplinare. Questo è stato applicato in un processo di progressivo approfondimento della lettura conoscitiva sistemica del territorio orientata da ipotesi progettuali sviluppate in relazione all'emergere di criticità, dapprima più evidenti e poi, gradualmente, sempre meno manifeste.

Il campo di indagine dello studio prevede un ambito esteso di attenzione, di "area vasta", utile all’individuazione di un "distretto paesistico" relativo alla direttrice Salaria. Questo individua un intorno complementare alla direttrice Salaria definito secondo un criterio paesistico-culturale. Tale intorno si presenta con un elevato grado di coerenza sotto l'aspetto culturale e tuttavia, per definizione, attraversa dei sistemi ambientali sensibilmente diversi. I "sub-distretti paesistici" definiscono degli ambiti territoriali più ristretti ma omogenei sotto il criterio paesistico-ambientale. Infine sono previste delle "unità di progetto" locali intese come aree minime di intervento coerenti con gli obiettivi specifici di conservazione e valorizzazione.

Organizzazione dello studio

Lo studio propone delle linee di intervento che prevedono azioni dal lato del soggetto giudicate (osservatore insider e outsider) e dal lato della realtà fisica. Nel primo caso sono individuati dei temi identitari cui ancorare una nuova percezione delle aree interne osservate nel complesso di una più ampia regione urbana. Dal lato della realtà fisica lo studio propone degli assi strategici multiscalari finalizzati alla tutela e valorizzazione delle specificità locali.

Narrazioni identitarie e percezione del territorio

Fino ad un passato non troppo remoto, il paesaggio delle "aree interne" è stato il principale teatro della vita economica e sociale del bacino mediterraneo e in particolare del nostro Paese (Braudel, 1965). Dall'unità d'Italia e attraverso gli anni delle due guerre e dei "trenta gloriosi", il fenomeno dell'urbanesimo provoca un processo di spopolamento. Allo stato, nonostante la conseguita prevalenza del lavoro terziario e della rivoluzione digitale (Toffler, 1980; De Masi, 2020), il fenomeno non mostra un'inversione di tendenza: "nel corso del triennio 2017-2020 si continua a registrare un trend demografico negativo con un calo del 4,9%" (SNAI, 2020). Sostanzialmente marginalizzate dalla vita socio-economica del Paese, e troppo spesso colpite da scosse sismiche catastrofiche, queste aree, i loro abitanti, stentano a immaginare un nuovo futuro secondo il quale plasmare i propri paesaggi (Luginbühl, 2009).

Oggi, l'affermarsi di innovazioni tecnologiche rende possibile pensare di riorganizzare la percezione dei territori della direttrice Salaria radicandola secondo almeno tre narrazioni identitarie unitarie e unificanti.

Il primo tema identitario è il pastoralismo estensivo praticato dagli Aborigeni , ancor prima che dai Sabini e dai Piceni, che caratterizza gli usi delle aree interne dell'appennino centrale sin dall'epoca protostorica e che determina il nome stesso “Salaria” che proviene dall’uso che ne facevano i Sabini per trasportare dalle saline costiere alle aree di montagna il sale, elemento prezioso per la produzione e la conservazione dei prodotti deperibili della pastorizia.

La salaria romana antica è il secondo tema. In epoca augustea gli antichi tracciati sono riorganizzati nella “Salaria antica” un’unica direttrice infrastrutturale che unisce Roma all’Adriatico. Le evidenze leggibili (dalle tecniche costruttive stradali, alle opere d’arte e di regimentazione, fino ai cippi miliari, ai monumenti e alle stationes) testimoniano la perizia, la cultura, le regole di tracciamento in rapporto alla configurazione morfologica dei luoghi.

Il terzo tema si associa al medioevo quando la dorsale appenninica raggiunge il suo apogeo e la Salaria diviene una delle direttrici attraverso la quale avviene la disseminazione della cultura benedettina. Tre sono i capisaldi principali: l'abbazia di Santa Maria di Farfa in Sabina, l’abbazia san Quirico e Giulitta alle Gole del Velino e l’abbazia di San Benedetto in Valledacqua ad Acquasanta Terme.

Gli assi strategici: area vasta

Lo studio assume due ipotesi di scenario: 1) recupero e valorizzazione delle forme insediative e degli usi del territorio che sono espressione singolare e identitaria di un equilibrio dinamico verificato nel lungo periodo; 2) implementazione di tecnologie avanzate e sostenibili di comunicazione e trasporto finalizzate a valicare le barriere fisiche per una massima integrazione (flussi di informazioni, energia, materia) delle aree interne nella regione urbana.

Lo studio propone un'intensificazione delle caratteristiche dominanti delle diverse parti del territorio come strategia di contenimento di processi insediativi incontrollati. Propone, come filo conduttore di una prospettiva di sviluppo sostenibile, una visione integrata delle gray infrastructure (segnatamente mobilità) e green blue infrastructure (reti ecologiche e armatura culturale) orientata al ripristino del sistema produttivo pastorale estensivo transumante, da osservare come carattere identitario, antropologico e soprattutto come attività sostenibile fondamentale nella catena agroalimentare e ricettiva di qualità e per la conservazione dei paesaggi e dei relativi servizi ecosistemici.

Green blue infrastructure - Rete ecologica

Le azioni previste per la rete ecologica primaria insistono principalmente sulle aree che risultano essere aree "non abitate o selvagge che non appaiono urbane»; aree a più alta biodiversità, aree di massima concentrazione di biomassa, parti più acclivi dei territori, meno adatte per l'uso insediativo ed agricolo, che rappresentano importanti "rifugi della biodiversità". Per queste aree sono proposte azioni di conservazione e valorizzazione della copertura vegetale sui versanti acclivi, il ripristino dei corridoi ecologici anche con misure di mitigazione della frammentazione degli ecosistemi, misure per la conservazione delle specie autoctone escludendo forestazioni con specie da «vivaio», recupero ambientale delle attività produttive dismesse.

Nella rete ecologica complementare sono inserite perlopiù le aree che risultano essere compatibili con gli usi pastorali estensivi, le praterie montane, le parti meno acclivi dei territori contese tra usi insediativi e usi agricoli. Per queste aree sono proposte azioni di conservazione e valorizzazione che prevedono limiti al consumo di suolo, limiti alla dispersione insediativa, valorizzazione degli usi pastorali estensivi, valorizzazione di obiettivi di sostenibilità agricola, ripristino di corridoi locali di riconnessione ecologica.

Green blue infrastructure - Armatura culturale

In un’accezione di armatura culturale che include oltre ai beni archeologici, storico monumentali e documentari, anche elementi del sistema naturale e del sistema agrosilvopastorale intesi come elementi inscindibili delle caratteristiche identitarie dei territori, le azioni previste riguardano i luoghi testimoniali del patrimonio, materiale e immateriale. In particolare le testimonianze dell’insieme dei tracciati stradali della direttrice Salaria che si sono sedimentati nel tempo: dai tracciati preromani, a quelli della Salaria “antica” di epoca imperiale, della Salaria medievale fino al tracciato della Salaria “vecchia” così come le "percorrenze vive" legate al turismo di pellegrinaggio, al turismo escursionistico e sportivo. Per questi elementi sono proposte azioni di conservazione e valorizzazione che prevedono la messa a sistema attraverso chiavi di lettura identitarie riferibili all’itinerario complessivo della Salaria, la messa a sistema degli elementi connessi a luoghi di particolare eccellenza, azioni di integrazione e intensificazione delle relazioni in un’ottica di sviluppo locale legato al turismo e alla mobilità slow, alle produzioni agricole di eccellenza e all’allevamento tradizionale estensivo, al potenziamento delle relazioni di filiera e all’identità gastronomica dei territori

Gray infrastructure

Il piano riconosce le consolidate direttrici di mobilità su gomma e ferro di collegamento tra il sistema insediativo tirrenico e il sistema insediativo adriatico. Accoglie i previsti interventi di valorizzazione messa in sicurezza, efficientamento, integrazione, mitigazione degli assi di mobilità interregionali ampliando gli interventi con analoghe misure sulle strutture di mobilità locale. Inoltre, al fine di raggiungere una completa integrazione delle aree interne con la vita della regione urbana, il piano individua nella regione quelle zone caratterizzate da tempi di accesso eccessivi causati da una rete di mobilità a maglie larghe imputabile a configurazioni geomorfologiche e vegetazionali complesse (in ogni caso da conservare nella loro integrità). Per queste situazioni, in prospettiva, propone dei primi schemi di mobilità locale basati su tecnologie innovative sostenibili (Smart mobility – Evtol).

Gli assi strategici: sub-distretti paesistici

Gli assi strategici sono territorializzati nei diversi ambiti omogeni dal punto di vista paesistico-ambientale: i sub-distretti paesistici. Per ciascuno di questi sono riconosciuti gli elementi di struttura di matrice ambientale e paesaggistica, come pure di matrice culturale, che concorrono a determinare il complesso della sua struttura paesistica. In accordo con la struttura paesistica sono declinati e specificati, in coerenza con le azioni degli assi strategici di area vasta, gli obiettivi locali di tutela paesistico-ambientale e valorizzazione.

In relazione a questi sono individuate le condizioni di interferenza dello stato di fatto dell'infrastruttura e, soprattutto, gli elementi di attenzione da tutelare e valorizzare laddove si determini la necessità di interventi di correzione di tracciato e nuova territorializzazione delle opere.

In questo modo le istanze paesistico-ambientali sono assunte come linee di indirizzo che vanno a condizionare le scelte progettuali già in fase di elaborazione della proposta di intervento infrastrutturale.


Data di ultima modifica: 21/04/2022
Data di pubblicazione: 28/06/2021